Parlarne con i professionisti sanitari
Consultarsi con il team medico, a volte può essere scoraggiante e può capitare di sentirsi sopraffatti. Per questo, abbiamo creato una breve guida per affrontare al meglio la discussione.
Lo specialista del centro emofilia, il fisiatra, l’ortopedico, lo specialista di laboratorio di coagulazione, il farmacista, lo psicologo, gli infermieri specializzati, il medico di famiglia e il pediatra, e altri ancora: sono numerose le figure dei professionisti coinvolti nel percorso di gestione dell’emofilia, tutti con l’unico obiettivo di mettere il paziente al centro del percorso di cura.
Parlando di malattia e processo di cura, la chiave del successo è sempre la collaborazione e questo vale tanto più quando si parla di emofilia, una patologia complessa che impatta su diversi aspetti della vita del paziente e della sua famiglia e che, per essere gestita con risultati soddisfacenti, deve coinvolgere diversi specialisti. L’approccio multidisciplinare - quello che vede operativi diversi professionisti sanitari - è, infatti, quello che dà maggiori benefici, sia in termini di risultati terapeutici, sia di miglioramento della qualità della vita del paziente.
L’emofilia andrebbe affrontata in team: al centro il paziente e le sue esigenze, accanto a lui famiglia e caregiver e tutta una serie di specialisti che lo accompagnano nelle diverse fasi del percorso di cura.
Quali gli specialisti coinvolti?
Innanzitutto pediatra o medico di base, a seconda che il paziente sia un bambino o un adulto: a loro ci si rivolgerà in prima battuta e poi lungo tutto il corso della malattia, perché svolgono il ruolo chiave di regia e di coordinamento. Hanno anche il compito importante di mantenere informato il paziente e la sua famiglia, di fugare i primi dubbi e indirizzare dai corretti specialisti. Inoltre, essendo l’emofilia una patologia genetica ereditaria, può intervenire anche il ginecologo in fase prenatale, quando i genitori ancora aspettano che nasca il loro bambino.
Una volta ricevuta la diagnosi di emofilia, paziente e famiglia dovrebbero essere seguiti in un’ottica di “global care”, cioè da un team composto da diversi specialisti, ognuno per il suo ambito d’azione e competenza. Anche per non dare false illusioni, va chiarito che questo non sempre avviene, perché i centri dedicati all’emofilia, che la gestiscono a 360°, offrendo in un luogo solo tutto ciò che serve, non sono molti sul territorio italiano e hanno diverse potenzialità. Gestire l’emofilia da parte della famiglia è spesso un percorso a ostacoli, che richiede pazienza, tenacia e anche grande organizzazione, per esempio, con la capacità di spostarsi talvolta dal luogo in cui si vive per ricevere le cure necessarie. Ma la gestione dell’emofilia in team è sicuramente l’opzione terapeutica migliore e per questo vogliamo informare sulla necessità di avere al proprio fianco tutti i diversi specialisti. L’ematologo, per esempio, che è lo specialista primario dell’emofilia, individuerà la cura più adatta al paziente, ne seguirà i diversi step di gestione e monitorerà l’aderenza terapeutica (cioè il rispetto della terapia prescritta) e i risultati raggiunti, aggiustando eventualmente la cura nel tempo. Accanto a lui lavora l’infermiere specializzato in emofilia, una figura centrale, perché spesso con un ruolo operativo che lo rende molto vicino al paziente e al suo caregiver.
Specialista del centro emofilia, infermiere specializzato, fisioterapista, fisiatra, reumatologo e ortopedico, psicologo, odontoiatra, ginecologo, ma anche pediatra e medico di medicina generale: sono tante le figure professionali che dovrebbero fare parte del team multidisciplinare nel trattamento dell’emofilia.
C’è poi il fisioterapista, colui che segue il paziente nella sua
attività motoria e lo indirizza verso le migliori modalità di
approccio ad essa. L’attività fisica è, infatti, parte integrante del
percorso di cura dell’emofilia: rendendo più forti muscoli e
articolazioni, permette di avere un fisico più reattivo e resistente
alle cadute, riducendo così il rischio di emorragie. Il
fisioterapista esperto in emofilia valuterà la condizione
muscolo-scheletrica del paziente, con indicazioni personalizzate
sulla più adatta attività sportiva da praticare, a seconda della
gravità della patologia e di altri fattori, come, per esempio, età,
stato generale di salute ed eventuale presenza di altre problematiche.
Anche lo psicologo rientra nel team multidisciplinare del paziente emofilico: affrontare una malattia che richiede cure talvolta molto lunghe può essere destabilizzante e in questi casi è prezioso anche un supporto psicologico, che coinvolgerà sia il paziente, sia chi di lui si occupa, familiare o caregiver. Il paziente emofilico dovrebbe aver accesso a servizi di fisiatria, reumatologia, ortopedia, e odontoiatria dedicati, perché la cura dell’emofilia passa sia dalla risoluzione dei possibili problemi legati al suo percorso evolutivo, sia, soprattutto, dalla prevenzione delle sue complicanze.
L’emofilia andrebbe affrontata in team: al centro il paziente e le sue
esigenze, accanto a lui famiglia e caregiver e tutta una serie di
specialisti che lo accompagnano nelle diverse fasi del percorso di
cura.
Specialista del centro emofilia, infermiere specializzato, fisioterapista, fisiatra, reumatologo e ortopedico, psicologo, odontoiatra, ginecologo, ma anche pediatra e medico di medicina generale: sono tante le figure professionali che dovrebbero fare parte del team multidisciplinare nel trattamento dell’emofilia.
I centri dedicati al trattamento dell’emofilia non sono molti, ma esistono e offrono assistenza a 360°. Parlane con il tuo medico del centro emofilia per saperne di più.
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